Guida ai Playoff NBA 2017 – Finals

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La serie finale è finalmente arrivata, ma chi fra Cavs e Warriors, LeBron e KD sarà incoronata campione?

(1) GOLDEN STATE WARRIORS – (2) CLEVELAND CAVALIERS

La quantità di dati statistici da sviscerare nella serie finale di una competizione è sempre altissima, ma in queste finali NBA 2017 il rischio è quello di scadere nell’eccesso. Quelli più importanti, però, riguardano numeri talmente fuori da ogni logica da non poter essere ignorati. Si tratta in primo luogo della prima volta nella storia dell’NBA (e di tutte le maggiori leghe professionistiche americane) in cui due squadre si affrontano per il terzo e decisivo scontro in altrettanti anni. Questo terzo atto, detto in gergo rubber match, vede i Golden State Warriors e i Cleveland Cavaliers in perfetta parità sull’1-1. Eppure, ciascuna vittoria reca un grosso asterisco. Nel 2015 i Warriors vinsero contro dei Cavs privi di Irving e Love, mentre quando questi ultimi vinsero nel 2016 la squalifica di Draymond Green in Gara 5 cambiò usa_today_9768679.0.jpegl’inerzia della serie, che a sua volta vide l’infortunio di Bogut, unico lungo di spessore dei Dubs. Quest’anno, con tutti i giocatori sani, riposati e concentrati, non paiono esserci scuse all’orizzonte: chi vincerà sarà campione senza se e senza ma.

Analizziamo ora le due squadre singolarmente, partendo dai campioni in carica – è bene ricordarlo – ossia i Cavs. Il giocatore più forte sul parquet, senza timore di smentita, resta sempre e comunque LeBron James. Il re è alla 7° finale consecutiva e e 8° in totale, con al momento un record complessivo di 3-4 che stona non poco con una carriera scintillante. A 32 anni LBJ ha già conquistato quello che giocatori molto più longevi hanno solo accarezzato, pur con un minutaggio comparabile, se non addirittura superiore. Eppure in questi playoff sta viaggiando a 33 punti, 8 rimbalzi e 7 assist di media a partita, tirando col 57% dal campo e 39% dall’arco. Al suo fianco ci saranno Kyrie Irving, nuovo uomo copertina della 2K e in momento di grazia cestistica, e Kevin Love, deludente alle scorse finali, ma 17+10 in questi playoff.

Il supporting cast dei Cavs è di molto migliorato rispetto allo scorso anno, viste le addizioni di Korver e Williams, oltre che le solite certezze di JR, Thompson e, in misura e minutaggio minore, Shumpert, Frye e RJ. La panchina, capace di esplodere con ventelli da giocatori di volta in volta diversi può essere un grosso vantaggio per Cleveland. Inoltre il sistema di gioco di coach Lue è sostanzialmente superiore a quello che LeBron giocava nella prima incarnazione ai Cavs e in larghi tratti a Miami, ossia molti isolamenti e grossa difficoltà a portare avanti un efficace attacco a metà campo. Le difficoltà che potranno presentarsi, oltre ai possibili infortuni sempre dietro l’angolo (specie per Kyrie), provengono dagli accoppiamenti difensivicurry-vs-irving quando i Warriors presenteranno il “quintetto della morte,” con Love che dovrà stare sulle tracce di Green senza rappresentare il punto debole della catena.

Passiamo ai padroni di casa della Baia, molto diversi dallo scorso anno, ma anche assai più temibili. Dopo il suo turbolento addio a OKC, ritorna alle Finals Kevin Durant, che nella sua finora unica altra apparizione fu sconfitto per 4-1 proprio dai Miami Heat di LeBron nel 2012. Tutti i riflettori saranno su di lui e, sebbene la legacy di LBJ sarebbe in una posizione scomoda in caso di sconfitta, KD semplicemente non può permettersi di perdere giocando per la squadra favorita e che l’anno scorso pur senza di lui era andata ad un tiro dal ripetersi campione NBA. Spalla ma non troppo è Steph Curry, che quest’anno dopo una stagione regolare relativamente sottotono sta giocando dei playoff celestiali. Infortuni latenti o meno, nelle ultime due apparizioni alle Finals Curry non è mai stato in grado di mantenere in maniera costante i livelli di eccellenza dimostrati in precedenza, ma chissà che non in questo non abbia rubato una pagina dal libro di King James.

Difensivamente, i Warriors sono una spanna sopra agli avversari. Non solo come singoli (dalla panca esce un certo Iguodala), ma ancor di più come collettivo. KD potrà difendere forte su LeBron in momenti chiave della gara, ma con la freschezza di chi ha Green e Iguodala pronti a dargli il cambio in difesa ad ogni momento. Curry può permettersi di fare il bello e il cattivo tempo in attacco senza doversi preoccupare di difendere su Irving, sulle cui tracce andrà il “fratello” Klay Thompson. Tuttavia, quest’ultimo matchup è forse il più spinoso per i Warriors, con Klay che pur difendendo divinamente su McCollum, Hayward e Mills nelle serie precedenti ha solamente due gare con almeno 20 punti in questi playoff. Allo stesso tempo, Curry è spesso in difficoltà sui pick and ct-nba-finals-cavs-warriors-spt-20150604.jpgroll, specie quando LeBron farà da bloccante. I nervi di Green saranno un altro punto non di secondaria importanza, così come la salute di coach Kerr. Da verificare infine la tenuta di JaVale McGee, superbo fin qui in stagione, ma nuovo in questo tipo di palcoscenico.

Insomma, considerando che in queste finali si affronteranno due squadre con un record combinato ai playoff senza precedenti (24-1), e che in totale possono vantare 11 All-Star e 7 premi di MVP riuniti, fare una previsione non è facile, ma alcuni elementi più pragmatici che statistici aiutano nella scelta. Dovendo eleggere il miglior quintetto da mettere in campo fra le due, a emergere dovrebbero essere Irving-Curry-Durant-LeBron-Green, con Klay preferibile a Love come sesto uomo. La coppia Kerr/Brown in panchina resta una scelta preferibile rispetto a Lue. Anche se i Cavs sono i campioni in carica e una squadra migliore rispetto al 2016, quegli stessi Warriors che erano in vantaggio 3-1 e ad un possesso dal repeat hanno aggiunto uno dei tre migliori giocatori al mondo in KD. In prospettiva, l’anno scorso in quella posizione c’era Harrison Barnes, che nelle ultime tre gare delle finali combinate racimolò la miseria di 15 punti tirando 5 su 32 dal campo. Difficile prevedere come KD possa avere un collasso simile, ma anche nell’assurda eventualità, sempre un possesso di distanza resterebbe. I Cavs sono stati testati da sfide in apparenza più grandi di loro, ma questa non è una che possono vincere.

PREVISIONE: Warriors 4 – Cavaliers 2

MVProf

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