La parola d’ordine non è più viuleeeenza!

L’NFL è a un bivio importante in cui si gioca futuro e credibilità

L’immagine più adatta per rappresentare l’NFL è quella di una nave che imbarca acqua. Tempo di riparare una falla che se ne crea un’altra. E così, mentre restano irrisolte le questioni legate a protesta, rating tv e CTE, sono bastate tre settimane di stagione per far nascere una nuova gigantesca problematica. E dire che le buone intenzioni c’erano tutte. Nella precedente metafora, la falla da poco risolta è quella delle ricezioni, vero tema caldo del 2017 e ora apparentemente risolto da un regolamento più semplice e intuitivo. Quella appena creatasi, invece, riguarda l’eccessiva protezione riservata ai quarterback da parte degli arbitri. Portavoce suo malgrado di questo clima polemico è Clay Matthews dei Green Bay Packers. Il linebacker si è già visto sventolare sotto il naso tre penalità per roughing the passer in altrettante partite.

Le sue vittime sono state rispettivamente Mitch Trubisky in Week 1, Kirk Cousins in Week 2 e Alex Smith in Week 3. Le penalità scaturite sono state o sarebbero potute essere decisive nel risultato della gara. Ad esempio, contro i Chicago Bears il fallo ha restituito palla agli avversari che avevano appena lanciato un incompleto su quarto down, mentre contro i Minnesota Vikings ha vanificato un intercetto che avrebbe messo la partita in ghiaccio. Simili penalità borderline sono state fischiate fra gli altri anche a Myles Garrett e Grady Jarrett. Per eccessiva premura, William Hayes si sarebbe addirittura rotto il legamento del ginocchio nel tentativo di colpire Derek Carr in maniera legale. A giocare contro Matthews e i suoi colleghi difensori è la Regola 12 Sezione 2 Articolo 9(b):

When tackling a passer who is in a defenseless posture (e.g., during or just after throwing a pass), a defensive player must not unnecessarily or violently throw him down and land on top of him with all or most of the defender’s weight. Instead, the defensive player must strive to wrap up the passer with the defensive player’s arms and not land on the passer.

Dopo appena tre giornate di NFL (Monday Night di questa sera escluso), sono già state fischiate 29 penalità per roughing the passer. Per fare un paragone, lo scorso anno questo numero fu raggiunto solo durante Week 5. La nuova regola non fa che assottigliare ulteriormente la lista di modi in cui un QB può essere colpito. Dal 2009 è in uso la cosiddetta “Brady rule,” che proibisce ai difensori di colpire un quarterback alle gambe. L’origine risale all’anno prima, quando un colpo di quel tipo procurò a TB12 la rottura del crociato. La neonata “Rodgers rule” nasce a sua volta da un fresco precedente, ovvero il placcaggio di Anthony Barr ad Aaron Rodgers. Stando a Matthews – ironia della sorte suo compagno di squadra – questo ulteriore giro di vite non fa che rendere l’NFL soft e alienare i fan del gioco duro. Ma è davvero così?

Un modo diverso per vedere la situazione è che lo scopo della lega è esattamente l’opposto, ovvero preservare per i fan il loro asset principale, i quarterback. Non a caso, i KO dello scorso anno di Luck, Rodgers e Watson hanno drasticamente abbassato l’interesse per le relative squadre. In più, la fresca notizia della rottura del crociato di Jimmy G rende il resto della stagione dei 49ers del tutto futile. Infine, chissà se Tony Romo, la cui carriera è sostanzialmente finita con la frattura della clavicola in una giocata ora illegale, sarebbe ancora in campo invece che dietro ad un microfono. Proteggere i quarterback è di importanza capitale, ma ha come primo effetto collaterale lo snaturamento di un gioco dall’anima violenta come il football. Un baratto forse duro da digerire, ma necessario per il bene della lega sul lungo periodo.

MVProf

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