Cover Four – Week 16

Ogni settimana tratteremo quattro spunti di riflessione più o meno seri donatici dalla National Football League
MORS TUA, VITA MEA

Settimana scorsa l’avevamo identificato come un incontro da dentro o fuori e così la partita fra Dallas Cowboys e Seattle Seahawks ha mantenuto le promesse della vigilia di quasi ogni singola partita tanto delicata: brutta, sporca e farcita di errori. Di base, la vincitrice non avrebbe avuto che qualche chance in più di tenere acceso il lumicino della speranza di playoff, che peraltro nel caso di Dallas si sarebbe scontrata all’ultima giornata col fortino dei Philadelphia Eagles. Con la sconfitta di domenica sera, i Cowboys si sono tolti il problema, concludendo anzitempo il loro (ennesimo) annus horribilis. In campo, rispetto a Seattle Dallas ha macinato molte Risultati immagini per dez bryantpiù yard (in senso relativo, non assoluto) e cronometro, ma si è macchiata di errori gravi nei momenti più delicati. Protagonista assoluto in negativo è stato Dez Bryant. Nel secondo quarto, il controverso ricevitore con l’88 ha perso un fumble nella propria metà campo a causa di un errore da novellino, proteggendo la palla con una sola mano e per di più quella interna rispetto al DB. La palla recuperata ha dato linfa vitale agli spaesati ‘Hawks, che hanno poi chiuso il successivo drive con un touchdown di Russell Wilson per Jimmy Graham. Il secondo è occorso nel terzo quarto: un pallone pur non eccelso di Dak Prescott è schizzato via dalle mani insaponate di Bryant ed è poi finito intercettato. Di nuovo, il drive che ne è scaturito ha portato ad un TD, stavolta a firma Baldwin. Due successivi errori del solitamente affidabilissimo kicker Bailey hanno messo gli ultimi chiodi sulla bara texana. Dal canto suo, Seattle non ha motivi per stappare lo champagne buono: più yard di penalità subite che yard di attacco guadagnate (incredibile ma vero, 142 a 136!) e Wilson miglior giocatore sulle corse pur con misere 29 yard. Ma, almeno per loro, la vita continua.

IT’S A CATCH… ANZI NO

Gli eventi delle ultime due settimane, se possibile, hanno alienato ancora di più i già odiatissimi New England Patriots agli occhi di tutti i tifosi di football. In Week 15, i Pats si giocavano il fattore campo in AFC a Heinz Field, casa dei Pittsburgh Steelers. Con 28 secondi sul cronometro, Jesse James segna il touchdown della vittoria e fa esplodere lo stadio. Anzi no. Dopo un lungo consulto col replay center, gli arbitri decidono che si tratta di incompleto. Gli Steelers, completamente in bambola, non reagiscono bene alla notizia e perdono da soli la partita. Risultati immagini per benjamin patriotsMotivo della chiamata arbitrale controversa è la cosiddetta regola del “survive the ground,” traducibile alla lettera come “sopravvivere al terreno” senza che ciò chiarisca necessariamente il significato. In parole povere, una ricezione in tuffo può dirsi completata solo se, venendo a contatto col terreno di gioco, il giocatore mantiene il chiaro possesso del pallone durante l’atto. Quindi giusto a termini di regolamento dare l’incompleto, ma chiamata lascia perplessi sul senso stesso del regolamento. Week 16: ci risiamo. Le somiglianze sono inquietanti. Siamo sul finire di tempo (anche se il primo e non il secondo), i Patriots si sono appena fatti bruciare su una lunga ricezione e, aggiungiamolo, Tony Romo è al commento anche stavolta. Con 6 secondi sul cronometro, Tyrod Taylor lancia a Benjamin una precisa spirale per il touchdown del controsorpasso dei Buffalo Bills. Anzi no. Consultato il replay, gli arbitri hanno di nuovo ribaltato la chiama del campo, modificandola in un incompleto, poiché Benjamin non aveva per loro chiaro controllo del pallone se non quando era ormai fuori dal campo. Chiamata se possibile ancor più discutibile di quella della settimana prima. Complotto pro-Pats? Ironico, se ci pensate: in fondo solo un anno fa Brady era vittima delle gelosie della NFL…

OGGI È GIÀ DOMANI

La penultima giornata stagionale ha regalato sentenze decisive per tanti team, con Chargers-Ravens-Bills-Titans in lotta per gli ultimi due posti in AFC e Seahawks-Falcons a scannarsi per l’ultimo disponibile in NFC. Per tutte le altre, chi è dentro e dentro e chi è fuori è fuori. Il che permette di iniziare a proiettare idee e pensieri da fantamercato NFL già da ora. Il primo a far parlare di sé è stato Earl Thomas. La FS di Seattle si è affrettato a comunicare a coach Garrett di Dallas il desiderio di unirsi ai Cowboys in un futuro che ora appare non troppo distante, vista anche la polveriera che è diventato lo spogliatoio degli Seahawks negli ultimi mesi. A lasciare il Texas potrebbe invece essere il già citato Dez, che stando a nfl.com non ha prodotto una gara Risultati immagini per EARL THOMAS garrettda 100 yard una singola volta nelle ultime 22 partite né una stagione da 1000 yard complessive dal 2014. Se ridurrà le sue pretese in fatto di soldi e tocchi, potrà fare gola a molti, ma il bagaglio caratteriale che si porta dietro potrebbe spaventare non pochi. Tanti i QB che potrebbero aver giocato il loro ultimo snap con la magia attuale. Andy Dalton potrebbe ragionevolmente saltare insieme a coach Lewis, già dimissionario annunciato; Tyrod Taylor flirta con l’addio da un anno ed è difficile immaginare una convivenza prolungata con una Buffalo che né lo ama alla follia né lo disprezza del tutto. Discorso diverso per Carson Palmer e Alex Smith, i cui limiti di età potrebbero sia significare un cambiamento geografico che di rilevanza nella depth chart. Kirk Cousins è eternamente in bilico in quel di Washington dopo due franchise tag in due anni e l’ultima annata Redskins non ne ha certo alzato le quotazioni.  Ancora molto fluida la situazione in Minnesota, coi playoff che potrebbero definire le gerarchie per il 2018 in un verso o nell’altro. Infine, un insospettabile. Forse non succederà, ma occhio a dare per scontata la permanenza a Green Bay di Aaron Rodgers.

FANTASY

Per tutti voi appassionati di fantasy football, la Week 16 concludeva la stagione con lo scontro per il primo posto della vostra lega. Che vi siate giocati un dollarone simbolico, una punizione corporale o un lavaggio macchina gratuito, speriamo gli dei del football vi siano stati vicini. Di sicuro con noi lo sono stati. La nostra squadra, già campione in stagione regolare con record di 11-3, ha prima vissuto una vittoria larga quanto orrenda in semifinale, per poi finire punto a punto una sudatissima finale contro avversari onestamente di caratura superiore, ma in Schermata 2017-12-28 alle 16.42.46.pnggiornata no (Brees, Kamara, Landry, e la difesa di Jacksonville). Miglior giocatore del team di tutta la stagione è stato manco a dirlo Tom Brady coi suoi 280.28 punti accumulati, per una buonissima media di 17.7 a settimana. Seguono, distanziati non di poco, due doppie coppie. I RB Leonard Fournette (180.60) e Jordan Howard (175.30) e quello di WR Keenan Allen (156.90) e Julio Jones (155.90), con a ruota il jolly TE Travis Kelce (150.50). Questa l’ossatura della squadra mantenuta per tutta la stagione, nonché le prime sei chiamate – anche se non in questo ordine. A loro ha dato una grossa mano anche Adam Thielen, 142.60 punti, vero steal da 114° chiamata assoluta. Una curiosità: stando a ESPN, la squadra non disponeva di nessuno dei Top 10 migliori giocatori fantasy del 2017, classifica dominata da Todd Gurley con la bellezza di 383.3 punti totali in 16 settimane d’azione. Fra le delusioni del team, non possono che esserci le tre chiamate successive al sesto giro. Allen Robinson, finito KO già in Week 1, Ty Montgomery, scomparso dalle scene più o meno insieme a Rodgers, e DeSean Jackson, sparito nel gorgo senza fondo di Tampa Bay. Fondamentali in questo senso le addizioni del RB Alex Collins (56.20 punti nell’ultimo mese) e le rotazioni dei kicker Lutz, Elliott, “Legatron” e Succop. *cadono i coriandoli*

MVProf

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