C3S LIVE: Celtics-vs-Bulls (Gara 1)

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Gara 1 fra Celtics e Bulls dà il via alla postseason dei bostoniani fra grandi aspettative e un improvviso lutto

Fin qui si è solo scherzato. Oggi, domenica 16 aprile cominciano i Playoff NBA 2017: in confronto a quanto si è visto nelle 1230 partite che hanno portato a questo momento, è tutto un altro sport. Per dare un minimo di contesto, i Boston Celtics si sono qualificati col seed #1 per la prima volta dal 2008, mentre i Chicago Bulls hanno acciuffato il treno dei playoff all’ultima giornata con un modesto record di .500. Questi ultimi, pur dopo essere stati spesso dileggiati dai media per i grossi tumulti interni allo spogliatoio durante tutta la stagione, sono ora visti dagli stessi quasi come i favoriti per la vittoria della serie. Boston, sentitasi disprezzata dopo una signora stagione, risponde per le rime: il motto per i playoff di quest’anno è “It’s not luck,” frase molto smart che gioca sia col popolare “luck of the Irish” sia con le critiche ricevute. Questa domenica non è un giorno come gli altri a Boston, la piccola città più grande d’America (o la grande città più piccola d’America, fate voi). Mentre i tifosi si dirigono al TD Garden, la sfida fra i Boston Red Sox e i Tampa Bay Rays è agli ultimi inning e in città fervono i preparativi per la 121° Maratona di Boston, che si corre il giorno seguente. Ça va sans dire, traffico e mezzi pubblici ormai prossimi al tilt assoluto.

L’inno nazionale americano è incorniciato dal bianco-rosso-blu dei braccialetti dei 20mila del Garden distribuiti ad hoc per creare meravigliosi spettacoli luminosi multicolore. Le introduzioni delle due squadre, solitamente identiche nel corso delle 41 partite casalinghe, regalano due spunti non da poco. Tra i Bulls, l’ex di turno Rajon Rondo viene sonoramente fischiato. Fra i Celtics, invece, ScarpeIT-1024x650.jpgIsaiah Thomas viene ricoperto di un’ondata di affetto quasi tangibile da parte del pubblico.Appena il giorno prima era scomparsa la sorella Chyna di soli 22 anni in un incidente stradale nello stato di Washington, cui è stato tributato un doveroso momento di silenzio. IT ha scelto di esserci per questa partita così importante – scelta certamente sofferta – e ha deciso comunque di tenere la sorellina vicino a sé dedicandole una scritta sulle sue scarpe verdi trifoglio. Pur dal basso dei suoi 175cm, stasera Isaiah è il vero gigante sul parquet. Boston inizia forte, con lo stesso play prima a servire Bradley e poi a connettere lui stesso da fuori per il primo importante vantaggio della gara sul 12-6. Il gioco vive di molti errori da entrambe le parti e Lopez ne approfitta con due tap-in vincenti seguiti da un jumper.

Uno sguardo alle statistiche alla pausa fra i primi due quarti racconta molto dell’anima delle squadre: Thomas gioca fin troppo bene questo primo delicato quarto, tanto da far risaltare ancora di più i modesti contributi dei compagni (2pts fra Crowder e Horford – non è più l’era dei Big 3 e si vede). Chicago dal canto suo tira poco e tragicamente male dall’arco (0 su 9) e resta attaccata alla gara andando forte a rimbalzo in attacco e in difesa. Celtics al comando 28-23. Con 8:41 da giocare Crowder commette il terzo fallo della serata, costringendo coach Stevens all’inedito quintetto Thomas-Bradley-Smart-Horford-Johnson, senza una vera ala piccola di ruolo. Intanto in campo gli errori si susseguono – persa di Dwyane Wade e lay-up di Thomas, persa di Thomas e lay-up di Zipser per il 37-33 ospite. A metà secondo quarto il tabellino ha già fatto registrare 8 perse per i Bulls e 9 per i Celtics. A contribuire alla giornata no, Wade che in transizione va per la schiacciata, ma si vede respinto con danni dal ferro. Sul finire del primo tempo Al Horford dà cenni di vita, prima con una poderosa schiacciata, poi con la tripla sulla sirena che manda le squadre alla pausa lunga. Bulls avanti 48-46, con Lopez (12) e Thomas (15) top scorer dei rispettivi team.

Nell’intervallo, l’immortale Red Panda, pseudonimo dell’acrobata cinese Krystal Niu, intrattiene gli spettatori circondata da un mare di luci intermittenti viola, spettacolo eccellente per tenere il pubblico caldo per la seconda parte dell’incontro, che si apre con alcune giocate-chiave. Mentre i giocatori continuano a spadellare, Rondo raccoglie Schermata 2017-04-18 alle 03.22.55.pngdall’immondizia due palloni preziosissimi e li converte in altrettanti punti, come rivitalizzato da quella che per 9 anni è stata casa sua. Dopo il timeout Celtics, mentre sul sul maxischermo appare il vostro blogger di fiducia (!!), Stevens capisce che è ora di coinvolgere maggiormente Crowder, disegnando un’azione ATO apposta per lui con la quale segna i primi due punti della partita e un secondo canestro subito dopo per il sorpasso Celtics 60-58. Questi ultimi fanno come sempre ampio uso della panchina, chiedendo man forte anche a giocatori di ruolo Jerebko, Zeller e Green, ma, come del resto i più talentuosi Olynyk e Brown, danno un apporto quasi nullo. Pare inevitabile per Stevens ridefinire le rotazioni ai playoff e accorciarle. Chi in campo dovrebbe sempre esserci è IT, che con un canestro più fallo porta i suoi ad un mini strappo, subito ricucito da Jimmy Butler. Fino a quel momento abbastanza periferico alla partita, l’ex Marquette segna 8 punti di fila per chiudere il quarto, nonostante una difesa enciclopedica di Bradley, il quale – non per colpa sua, gli regala ben 13 letali centimetri di altezza.

L’ultimo quarto parte in perfetta parità sul 74-74. Chicago inizia il quarto imitando i padroni di casa e cercando con consistenza il tiro da fuori: Butler e il sorprendente Portis due volte trovano il fondo della retina, mentre Thomas si lascia scappare una parola di troppo e rimedia un tecnico (poi rescisso dall’NBA). Intanto però i Bulls hanno messo la testa avanti sull’87-83. Ad ogni possesso difensivo Bradley mette il lucchetto ai polsi di Butler, che però da prestigiatore ne esce ogni volta vincitore, conquistando punti su punti (30pts quelli finali). Rondo, per controbilanciare quanto fatto di buono fin lì, rimedia due falli in pochi secondi e deve accomodarsi in panchina dopo che col 5° di serata concede tre liberi a Thomas. Da veterano e tre volte campione NBA, Wade gestisce l’attacco palla in mano negli ultimi tre minuti, ma all’importante jumper del 97-92 seguono un fallo in attacco e una persa a ridare fiato ai Celtics. Questi però perdono a loro volta palla con Smart e sul 19° rimbalzo offensivo della serata Lopez segna ai liberi i suoi primi due punti dal primo quarto. Nonostante qualche patema di troppo nel finale, Butler sigilla i conti in lunetta, mentre molte delle lucine verdi si dirigono sconsolate anzitempo all’uscita. Finisce 106-102. Col secondo atto della sfida in programma per martedì, i Celtics dovranno risolvere al più presto questioni importanti come i rimbalzi (annichiliti 53 a 36), le palle perse e il contributo di Crowder. Gara 2 è quella da non fallire, da rispondere presenti e riportare la serie in parità, per dimostrare davvero che quanto fatto fin qui “It’s not luck.”

MVProf

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