Carry on, my Hayward son

La stagione di Hayward è già finita a causa di un terribile infortunio

5 minuti e 15 secondi. Questo è quanto è durata la stagione NBA 2017-18 di Gordon Hayward. La sera del tip-off stagionale alla Quicken Loans Arena avrebbe dovuto mandare in scena semplicemente un grande spettacolo di sport fra Cleveland Cavaliers e Boston Celtics, le due regine dell’est. In particolare, doveva essere la partita del ritorno in Ohio di “kid” Kyrie Irving al cospetto di LeBron James, ma il tono dell’incontro è cambiato in fretta. Palla a Kyrie in punta, Horford finge di portare un blocco per l’uscita di Hayward, che invece taglia verso il ferro per l’alley-oop. Purtroppo per lui, dal lato debole LBJ capisce tutto con largo anticipo e lo contrasta in aria, sbilanciandolo. Hayward cade malissimo, ricadendo con tutto il peso sulla gamba sinistra, che fa crack. Il giocatore resta a terra, ma la gravità dell’infortunio non la sia comprende finché la panchina dei Cavs, posizionata a pochi metri dall’azione, non si alza in sincrono, inorridita da ciò che hanno davanti agli occhi. La camera stacca su Hayward e l’immagine è emblematica: la caviglia è piegata 90° a sinistra rispetto al normale. Per non turbare ancor di più l’audience, le telecamere staccano sui giocatori. Dwyane Wade si inginocchia e inizia a pregare, Jaylen Brown è ripreso con le mani nei capelli e DMYS3u-X4AEGLKm.jpgun’espressione esterrefatta. I compagni dei Celtics si riuniscono in un abbraccio collettivo nel tentativo di darsi forza e fare gruppo. La reazione della squadra nel prosieguo della partita può essere un microcosmo di quello che succederà ai bostoniani da qui in avanti.

Lo shock è stato immediato e nel primo tempo i Celtics sono finiti anche a -18. Nel finale, complice anche la scarsa chimica dei vice-campioni NBA, la squadra è rientrata e sulla sirena ha avuto nelle mani di Irving il tiro del pari. Anche se la tentazione è quella di restare ossessionati da quelle immagini agghiaccianti, non tutto quello che si è visto è da valutare in negativo. Contro Cleveland – dove peraltro mancava anche l’infortunato Marcus Morris – hanno senza dubbio brillato i giovani. Kyrie, che vale la pena ricordare ha solo 25 anni, ha fatto registrare 22 punti e 10 assist. Tatum ha chiuso a sua volta con una doppia-doppia, la prima per un rookie Celtic al debutto dai tempi di Larry Bird. I punti di Brown sono stati addirittura 25. Da questi ultimi due giocatori ci si attende ora una crescita su tutti i fronti ancor più accelerata, coordinati da un Irving che dovrà resistere alla tentazione di strafare e anzi farsi più direttore d’orchestra che solista. Anche in seguito alla sconfitta casalinga di mercoledì, i Celtics sono 0-2 già in stagione. In proiezione sulle prossime 80 partite, Boston dovrà per forza di cose abbandonare i sogni di gloria e questo è un grosso colpo da incassare dopo un’estate esaltante. Al tempo stesso, la stagione è tutt’altro che da archiviare. Tolta Cleveland, l’est resta apertissimo. I Washington Wizards e i Milwaukee Bucks hanno collettivi abbastanza talentuosi e affiatati da poter sostituire i Celtics come prima alternativa ai Cavs, ma un posto fra le prime otto a est è certamente da ritenersi alla portata. kobe-bryant-gordon-hayward-injury-instagram.jpgCon appena quattro giocatori ritornati dopo lo scorso anno, la stagione di Boston può allora essere riprogrammata da coach Stevens. Non un anno da buttare, ma uno prezioso per fare squadra e migliorare la chimica.

Per Hayward, volato a Boston prima del resto della squadra, la diagnosi è stata impietosa. Dislocazione della caviglia e frattura della tibia. Sui social media il mondo dello sport si è riunito attorno all’ex stellina di Butler. I messaggi di auguri sono arrivati da numerose stelle dello sport mondiale, molte delle quali hanno a loro volta una storia di infortuni devastanti. Fra di loro, giocatori come Francesco Totti, JJ Watt, e, attraverso un commovente post, Kobe Bryant. Lo stesso Hayward ha ringraziato tutti i fan e i colleghi che lo tengono nei loro pensieri e nelle loro preghiere attraverso un videomessaggio poi trasmesso dai Celtics sul jumbotron del TD Garden. Ripreso ancora dal letto del New England Baptist Hospital in cui ha subito l’operazione, il giocatore si è detto convinto che tutto andrà per il meglio. Ma quanto si può essere certi di ciò? Quello subito da Hayward non è certo il primo caso di grave frattura occorsa su un campo da gioco. Joe Theismann e Paul George rappresentano due esempi agli antipodi. In quello che è uno degli infortuni più iconici dello sport americano, nel 1985 Lawrence Taylor placcò Theismann rompendogli tibia e perone. Similmente, nel 2014 in un’amichevole di Team USA, PG13 ricadde male spezzandosi a sua volta entrambe le ossa della gamba. Theismann non giocò più un singolo minuto di NFL, mentre George è tornato più forte di prima dopo circa un anno di stop. Dalla sua, Hayward ha la giovane età e il fatto che il perone sia rimasto integro. Il suo agente Mark Bartelstein ha definito “non realistico” pensare di vedere il suo assistito di nuovo in campo per questa stagione. Lasciati i tre mesi necessari per far guarire i danni ai legamenti della caviglia e alla tibia, sarà poi il momento di una lunga riabilitazione. La speranza di tutti è quello di rivederlo presto in campo a fare magie col pallone a spicchi.

MVProf

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