Ritorno in Wentzylvania

Gli Eagles rinnovano a suon di dollari la loro totale fiducia in Carson Wentz

A volte ritornano. Altre volte, lo fanno anche se non se n’erano mai andati. È il caso di Carson Wentz, già da tre anni titolare a Philadelphia, ma che dalla prossima stagione compirà un ritorno in pompa magna col compito di riconquistare una città e una tifoseria. In queste ore i Philadelphia Eagles hanno annunciato di aver rinnovato il proprio quarterback con un contratto da $128M – di cui $107.9M garantiti e $66M di signing bonus – per altri quattro anni, legandolo così al team fino al 2024. La magnitudine di tale estensione contrattuale è paragonabile a quella recente di Russell Wilson ($140M per 4 anni) e, con i suoi $32M di media all’anno, tale ricco giorno di paga alza l’asticella per colleghi come Prescott, Goff e Mahomes, a loro volta in fila per ricevere opulenti rinnovi dalle rispettive squadre. Seconda scelta assoluta al Draft 2016, il prodotto di North Dakota State ha già vissuto nella sua pur breve carriera un’ingente varietà di sfide. Dopo aver giocato in tutte e 16 le partite nell’anno da rookie ed essere stato a lungo il principale candidato all’MVP del 2017, una lunga lista di problemi dentro e fuori dal campo ne ha frenato la crescita.

La prima problematica riguarda la sua apparente propensione agli infortuni. A dicembre 2017, la rottura del legamento anteriore e laterale del ginocchio ha costretto il QB a interrompere sul più bello la sua stagione e osservare dalla panchina il suo vice Nick Foles trionfare al Super Bowl LII. Lo scorso anno, dopo un inizio mediocre, Wentz ha di nuovo alzato bandiera bianca anzitempo, finendo la stagione dopo sole 11 partite per via di una frattura da stress alla schiena. Ancora una volta, è stato Foles a sostituirlo, salvando Philly da una stagione che pareva compromessa e arrivando a vincere anche una partita di playoff. Quando presente sul campo, Wentz ha collezionato numeri eccellenti, come testimoniato dai 70 TD lanciati, con 254 yard di media a partita e il 64% di completi. Di contro, non solo nelle ultime due stagioni ha saltato ben 8 partite di stagione regolare e 5 di postseason, mancando così nei momenti clou dell’anno, ma il suo sostituto ha conquistato il cuore di tutti con prestazioni stellari e un titolo di Super Bowl MVP.

Altro ostacolo che ha frenato il QB è stato un articolo apparso lo scorso gennaio su Philly Voice in cui emergeva il ritratto di un giocatore inflessibile, egoista ed egocentrico. Il pezzo, che raccoglieva il parere di diversi giocatori e di fonti vicino al team, suggerivaCarson Wentz rinnovo infortuni Eagles che lo spogliatoio fosse come spaccato, con una frangia non indifferente di persone tendenti a identificare in Foles un leader e un quarterback migliore di lui. Accuse, si fa per dire, non certo gravi e addirittura banali se paragonate a quelle che hanno appestato lo spogliatoio degli Steelers. Tuttavia, nonostante il successivo voto di fiducia ricevuto dagli alleati Cox, Ertz e Kelce, il QB ha compiuto una sorta di mea culpa, riconoscendo nel suo carattere alcuni difetti e ribadendo l’intenzione di lavorare su se stesso per diventare un miglior compagno di squadra. “I’m not going to sit here and say it was inaccurate and completely made up. I’m not going to do that. […] I realize, like, I maybe wasn’t the greatest teammate at times, because I was emotionally kind of all over the place.”

Con ogni probabilità, le due problematiche in analisi sono strettamente legate fra loro. I lunghi e debilitanti infortuni subiti hanno per forza di cose allontanato Wentz dallo spogliatoio sia fisicamente che emozionalmente. La sua indisponibilità forzata lo ha portato a non curare con la solita dovizia i rapporti con gli altri compagni di spogliatoio, specie durante le infinite ore di riabilitazione in cui il suo solo e unico pensiero era il suo pieno recupero. Allo stesso tempo, questi è mancato proprio nei momenti decisivi della stagione, quando il centro di gravità permanente dello spogliatoio è diventato Foles, a ragione riconosciuto da molti come un comprovato leader e un autentico vincente. Se in precedenza a Wentz erano state donate le chiavi del regno, in seguito si era trovato con un formidabile sfidante in squadra, peraltro con l’aggiunta dell’ovvia frustrazione data dal non poter nemmeno competere con lui a causa degli acciacchi.

Il prossimo anno questo non sarà più un problema. In estate, la dirigenza ha scelto – a malincuore – di lasciare Foles libero di accasarsi altrove, affrancando Wentz da ogni timore non solo rendendo l’innocuo Nate Sudfeld il suo vice, ma soprattutto ricoprendolo di fiducia a suon di dollaroni. Sarebbe un errore però pensare che migliorare salute e public relations possa bastare a validare tali scelte. Wentz dovrà essere il principale catalizzatore della forza dei compagni di squadre e, per essere paragonato ai Brady, i Brees e i Rodgers di questo mondo, dovrà spesso vincere le partite facendo leva quasi unicamente sulle proprie forze. Il margine d’errore è insomma ridotto all’osso: i soldi investiti e il doloroso addio a Saint Nick sono stati segnali incontrovertibili che gli Eagles hanno piegato con cura e poi riposto in soffitta il vessillo di Folesadelphia, pronti a sventolare per i prossimi sei anni solo e soltanto quello della Wentzylvania.

MVProf

 

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