Trade in 10 domande: Kyrie ai Celtics

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Una serie di passaggi in dieci punti per comprendere tutti gli aspetti della clamorosa trade di martedì sera

1) Cos’è successo?

I Boston Celtics hanno portato a termine una trade coi Cleveland Cavaliers che ha portato il 4 volte All Star Kyrie Irving in maglia verde. In cambio, i Cavs hanno ricevuto Isaiah Thomas, Jae Crowder, Ante Zizic e la prima scelta di Boston proveniente dai Brooklyn Nets (2018). Irving era stato scelto come prima chiamata assoluta dai Cavs nel 2011 e insieme a LeBron James è arrivato a giocare tre finali NBA, vincendone una lo scorso anno. Per IT, che con Kyrie condivide il ruolo di playmaker, si tratta della quarta squadra in carriera dopo le parentesi con Kings e Suns, oltre che i due anni passati a Boston. Proprio in Massachusetts ha avute le sue annate migliori, entrambe culminate con la convocazione all’All Star game. Crowder è un giocatore che si appresta a giocare la sesta stagione in NBA. Scelto dai Mavs nel 2012, ha il pregio di essere un’ala con un solido tiro dal perimetro (il quasi 40% da dietro l’arco dello scorso anno rappresenta il massimo in carriera) e un valido difensore. Zizic è un centro croato di vent’anni scelto originariamente dai Celtics nel 2016, ma che era poi stato lasciato in Europa a farsi le ossa.

2) Come ci siamo arrivati?

Circa un mese fa, Kyrie ha espresso la volontà di lasciare Cleveland e venire scambiato altrove. e le successive dichiarazioni fatte trapelare dalla cerchia dei collaboratori più intimi dei giocatori non ha fatto che gettare ulteriore benzina, rendendo la frattura irreparabile. Da fine luglio Cleveland ha provato a trovare un partner con cui concludere una trade vantaggiosa, ma senza successo. Almeno fino a ieri. C’è poi un secondo filone di eventi di più ampio corso e di importanza capitale. Quando nel 2013 i Celtics spedirono le spoglie di Pierce e KG a Brooklyn, ricevettero dai Nets ben tre prime scelte, più il diritto di scambiarne una quarta. Di quel bottino resta solo la scelta del 2018, che è di sicuro il vero boccone pregiato fra tutti quelli finiti ora nel piatto dei Cavs. Non va poi scordato che, se quest’anno i Celtics si fossero tenuti la prima scelta assoluta, Boston avrebbe quasi certamente scelto Markelle Fultz. L’arrivo del rookie avrebbeSchermata 2017-08-23 alle 04.30.28.png sparigliato le carte e tolto una delle condizioni per la trade di Kyrie, ovvero uno scambio fra due playmaker titolari. Diversamente, Boston avrebbe sì tentato di liberarsi di Thomas, ma non certo in cambio di un altro play.

 

3) È l’affare migliore possibile per Cleveland?

C’è una premessa importante da fare relativamente a questa domanda. Questa trade non va in porto se Dan Gilbert non ha qualcosa di più di una sensazione riguardo al futuro di LeBron. Ora come ora è innegabile che Cleveland perde un giocatore-chiave per il suo sistema e si indebolisce in relazione alla caccia al titolo del prossimo anno. Detto ciò, la richiesta di trasferimento di Irving ha generato un’infinità di rumors, con potenzialmente 28 squadre su 30 (i Warriors vanno esclusi) interessate all’ex Duke. Fra loro, i Phoenix Suns non erano però intenzionati a privarsi di Josh Jackson e stesso dicasi per i Minnesota Timberwolves, restii a privarsi di un giovane talento come Andrew Wiggins. Le altre opzioni citate dallo stesso Irving, ovvero Knicks, Spurs e Heat, non avevano abbastanza risorse da investire per sedersi al tavolo delle trattative. Ecco che la proposta di Boston andava colta al volo. Come già affermato, anche da sola la scelta di Brooklyn vale il rischio della trade, poiché arrivare ad un giovane talento nel 2018 è un ottimo paracadute per ripartire dal Ground Zero che LeBron (ri)causerà col suo addio. Stante poi il bisogno di Cleveland di sangue fresco, per la franchigia col trifoglio trattenere sia Brown che Tatum è una piccola vittoria nascosta.

4) Irving è effettivamente un upgrade rispetto a Thomas?

È innegabile che in molti aspetti del loro gioco, i due playmaker siano molto simili, specie per elevato usage rate e capacità di crearsi il tiro da soli, sia dal perimetro che in penetrazione. Vero, dal punto di vista di IT, era impossibile chiedere di più ad un giocatore capace di tenere una media di 28.9 punti a partita lo scorso anno e che si è meritato il soprannome di King in the Fourth per il suo essere decisivo nella fase più delicata delle partite. Di questo e molto altro tutti i fan bostoniani gli sono grati. D’altra parte, dall’alto (per così dire) dei suoi 175cm è sotto molti aspetti il peggior difensore della lega e spesso ciò è stato un problema non da poco. Come bonus, i Celtics hanno lasciato ad altri la patata bollente del suo rinnovo multimilionario. Fra un anno Thomas avrebbe preteso un contratto di 5 anni a circa $200M e appariva chiaro che Boston non fosse pronta ad un tale investimento. Infine, il problema all’anca accusato alle finali ad est potrebbe tenere Thomas fuori dai giochi per la prima parte di stagione. Insomma, fra l’essere di tre anni più giovane, avere ancora ampi margini di miglioramento e tutti i motivi espressi sopra, il sacrificio dell beniamino dei tifosi da parte dei Celtics è stato pure business al fine di arrivare a Kyrie Irving.

5) Questo cambia il giudizio sull’operato di Ainge?

Danny Ainge, il GM dei C’s, ha subito quest’estate fortissime critiche dai media per via del suo immobilismo sul mercato dei free agent. In passato, fra le operazioni di maggior successo portate a termine da Ainge, va ricordata la doppia trade che portò Ray Allen e Kevin Garnett a Boston, grazie ai quali la squadra vinse il titolo numero 17 e Ainge quello di Executive of the Year. Più di recente, si è reso protagonista della già citata trade/furto con scasso con i Brooklyn Nets. Dopo anni vissuti di rendita per queste due operazioni, il nome di Ainge aveva cominciato a subire diversi attacchi. Gli asset c’erano tutti, ma ancora Ainge non sembrava avere il coraggio di premere il grilletto con una super-trade, fermo restante l’importante arrivo di Gordon Hayward a inizio free agency. Nel mentre, il dirigente non era però sembrato abbastanza lesto nell’inserirsi nelle operazioni di Jimmy Butler e Paul George, accasatisi a Minnie e OKC a prezzo di saldo. Rileggendo la sua estate ex post e se è realistico pensare che Ainge avesse già un qualche tipo di intesa con Hayward, allora meglio aver lasciato agli altri Butler e PG13 ed essersi preso uno dei migliori play della NBA. Risultati immagini per isaiah thomas king of the 4thInsomma, col colpo Irving Ainge dà nuovo lustro al suo curriculum e messo nelle mani di Brad Stevens una squadra che ha le carte in regola per dare l’assalto decisivo al trono di King James.

6) Irving è finalmente un maschio alfa?

Che si voglia prendere alla lettera o meno quanto fatto trapelare circa la richiesta di trade di Kyrie, questi pare avere il desiderio impellente di essere uomo-franchigia della sua squadra e non più secondo violino di nessuno. Che ciò possa avvenire a Boston è tuttavia da dimostrare. A livello di esperienza, pure appena 25enne Irving è chiaramente il giocatore con più esperienza ad alto livello dell’intero roster. Allo stesso modo, è l’unico con un anello da campione NBA e questo in spogliatoio ha un peso specifico notevole. All’interno di un roster giovane, rinnovato e senza un vero leader di lungo corso (il Celtic da più tempo in maglia verde è Smart, a Boston dal 2014…) Irving ha effettivamente la strada spianata verso le redini del team. Va però affermato che il sistema stesso di coach Stevens non prevede una figura come un solista vero e proprio, ma più una funzionale democrazia cestistica, fatta di ribaltamenti di lato e scarichi per favorire l’uomo col tiro a più alta percentuale. Un compromesso vincente fra queste due esigenze può essere il lasciapassare per una stagione formidabile per tutte le parti in causa.

7) Come diventa Boston?

I Celtics dovrebbero aprire l’anno col seguente quintetto: Irving-Brown-Hayward-Morris-Horford. Dalla panchina usciranno Tatum, Smart, Rozier e Baynes. Da verificare gli altri componenti del roster, di cui ben cinque sono rookie. In questo senso, bisogna riconoscere che una cosa è cambiata radicalmente in estate in casa Celtics. Non solo il roster è stato rinnovato, ma la lunghezza della panchina si è di molto sacrificata. Fino all’anno scorso coach Stevens poteva contare su fino a 11-12 giocatori di rotazione ad ogni partita. In queste settimane se ne sono però andati panchinari con minuti importanti nelle gambe come Jerebko, Zeller, Green e Olynyk, senza scordare l’addio dei titolari Bradley e Johnson. Con un cambio di filosofia che per forza di cose ora punterà sulla qualità più che sulla quantità, Kyrie e Hayward possono far fare alla squadra il salto di qualità che mancava ai Celtics per puntare in alto.

8) Come diventa Cleveland?

A loro volta, i Cavs dovrebbero giocare col seguente schieramento: Thomas-Smith-James-Love-Thompson, con il supporto dal pino di Crowder, Jefferson, Green, Korver e in misura da definire Frye, Shumpert, Calderon. Discorso a parte per Derrick Rose. L’ex Bulls, che al di là delle smentite di facciata era stato preso come assicurazione in caso di addio di Irving, diventa così un potenziale ottimo sesto uomo e importante risorsa in una fattispecie che ai Cavs ha causato molti dolori. Si parla ovviamente del secondo quintetto, specie quando LBJ riposa. La panchina dei Cavs appare sulla carta come la più profonda dell’intera lega, specie se rapportata a quella dello scorso anno. Crowder poi sarà una valida alternativa come marcatore per Kevin Durant, se non altro per far tirare il fiato a LeBron per qualche possesso. Da non sottovalutare poi il possibile arrivo a stagione inoltrata di Dwyane Wade, in rotta con Chicago. In generale, LeBron può trarre grossi benefici dall’insieme delle mosse Risultati immagini per kyrie irving scoringportate avanti dalla dirigenza e verosimilmente abbassare il suo minutaggio dai quasi 38 della scorsa stagione a più ragionevoli 33-34 minuti, circostanza essenziale per prolungare la propria carriera.

9) Chi vince la trade?

In genere, all’interno di tutte le trade vince chi riceve il giocatore più forte, ma in questo caso la questione è più complessa. Invece che vincitore e perdente, bisogna analizzare la trade fra impatto immediato e a lunga scadenza. Nel breve, i Celtics sono in chiaro vantaggio. A dispetto della squadra triturata in finale a est questa primavera, Boston ha effettuato un upgrade importante nel ruolo di play e nel mentre ha indebolito la principale concorrente. I Cavs possono consolarsi se il discorso diventa relativo al futuro, in cui i Celtics nemmeno qua escono perdenti A meno che i Nets non tirino fuori dal cilindro una stagione sorprendente, Cleveland avrà una scelta importante al prossimo draft, molto probabilmente fra le prime 3. Crowder è a libro paga per una sciocchezza per altri tre anni e Thomas da problema può diventare opportunità. Se i Cavs decideranno di tenerlo, avranno comunque dalla loro un All-Star; in caso contrario, l’occasione per un tanking massiccio che possa portare ulteriori asset in proiezione futura.

10) Come cambiano le gerarchie ad est?

La prima partita della stagione 2017-18 si è improvvisamente fatta ancora più interessante. Quando il 17 ottobre ci sarà la prima palla a due della stagione, Cavs e Celtics testeranno immediatamente i rispettivi nuovi arsenali. Le due squadre restano le favorite d’obbligo per contendersi il trono dell’est, con Washington, Toronto e Miami come prime inseguitrici credibili. Come detto, lo scorso maggio Cleveland non ebbe pietà dei Celtics, battuti 4-1 e per larghi tratti umiliati nel gioco e nei numeri. Questo con ogni probabilità è destinato a non ripetersi fra un anno. Almeno non con tale distacco. Il buon senso suggerisce che sarà comunque la squadra di LeBron a uscire di nuovo vincitrice, come del resto avviene da 7 anni a questa parte. Banalmente, i Cavs continueranno almeno per un altro anno ad avere dalla loro il giocatore più forte del mondo, a prescindere dal nome dell’avversaria proveniente da est, Celtics inclusi. Ma almeno sarà uno scontro più bilanciato.

MVProf

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