Cronaca e analisi del Draft NBA 2019

Tutti i momenti salienti del draft NBA di quest’anno dominato da Zion

Giovedì sera è andato in scena al Barclay Center di Brooklyn uno dei più avvincenti draft NBA degli ultimi tempi. Tutti i riflettori erano ovviamente puntati su Zion Williamson, super talento dal futuro luminoso e primo giocatore nato nel 2000 scelto al draft. Come da copione, i New Orleans Pelicans lo hanno selezionato con la prima scelta assoluta con lo scopo di porlo al centro di un ambizioso progetto che comprende anche tutte le stelline recentemente acquisite nella trade di un’altra loro ex prima scelta assoluta, Anthony Davis. Se il buon giorno si vede dal mattino, Zion ha già dato segnali da futuro GOAT. Non solo indossava un completo molto simile a quello indossato da LeBron James nel 2003, ma la sua intervista con annessa lacrimuccia lo ha reso un istantaneo crying meme che ricorda quello immortale di Michael Jordan. Subito dopo, un messaggio di speranza rivolto ai fan di NOLA: “Let’s dance!” Con la seconda scelta, i Memphis Grizzlies hanno scelto Ja Morant, guardia da Murray State che condivide umili origini collegiali con star quali Curry (Davidson), Lillard (Weber), McCollum (Lehigh). Per liberargli lo spazio necessario in squadra, i Grizzlies avevano in precedenza spedito Mike Conley agli Utah Jazz in cambio di Allen, Korver, Crowder e due prime scelte.

La scelta successiva apparteneva ai New York Knicks, fino al giorno della lottery speranzosi di acciuffare il pezzo pregiato del draft. Il premio di consolazione si chiama RJ Barrett, compagno di campo e di stanza di Zion a Duke. Contrariamente al passato, i numerosi tifosi di Knicks – Spike Lee in testa – hanno accolto la selezione con un urlo di gioia. Che sia un segnale di un nuova era al Garden? La quarta scelta, passata di mano in mano, è finita in Georgia ed è diventata DeAndre Hunter di Virginia. Per il secondo anno di fila, gli Atlanta Hawks compiono un’importante trade ai piani alti del tabellone e ora portano in dote a Trae Young un intrigante compagno di merende. Alla #5 i Cleveland Cavaliers sperano di trovare in Darius Garland, per l’occasione vestito come uno jedi, un ideale completamento con Sexton per creare il backcourt del futuro. Un’altra trade ha modificato una scelta alta: i Minnesota Timberwolves hanno scambiato Dario Saric e la scelta #11 per la #6 dei Phoenix Suns. Con questa è arrivato Jarrett Culver, guardia tuttofare da Texas Tech e Player of the Year della Big 12.

Per il terzo anno di fila, i Chicago Bulls si sono ritrovati con la settima scelta del draft. Così, dopo Lauri Markkanen e Wendell Carter jr, la scelta ha portato in dote Coby White da UNC, fulmine irsuto letale a campo aperto. Un precedente di pura cabala può far sperare i fan: 35 anni fa Chicago sceglieva Zion Williamson prima scelta assoluta draft 2019un’altra guardia da Chapel Hill – Michael Jordan. Alla #8 riecco i Pelicans, che hanno visto in Jaxson “Telespalla Bob” Hayes un centro atletico da unire a Zion. Subito dopo, i Washington Wizards hanno selezionato Rui Hachimura, ala nata in Giappone e che ha giocato al college a Gonzaga. Chiudono la top 10 di nuovo gli Hawks, la cui scelta deriva dalla già citata trade Doncic/Young di un anno fa. Trattasi del terzo Blue Devil di serata, Cam Reddish. Con la #11 sorprende la scelta dei Suns di Cam Johnson sempre da Carolina. Pur visto da alcuni come il miglior tiratore del draft, i Suns avrebbero potuto optare per una guardia: un indizio che D’Angelo Russell sia in arrivo in Arizona? Per il post-Wade, i Miami Heat accolgono Tyler Herro con la #13, decisione che però scontenta molti fan della Florida.

Caldissimo l’asse Boston-Philly nella seconda metà del primo giro. Con la #14 i Celtics selezionano Romeo Langford con la scelta ottenuta due anni fa nella trade per Markelle Fultz. Poi con la #20 pescano il mastino Matisse Thybulle, salvo poi girarlo subito proprio ai 76ers per la #24 (poi spedita a Phoenix insieme ad Aron Baynes per una prima scelta futura) e la #33 (Carsen Edwards). Gli Spurs draftano in Samanic alla #19 un giocatore internazionale come da tradizione. Fra i giocatori caduti in basso rispetto alle proiezioni iniziali spicca Nassir Little, terzo Tar Heel scelto al primo giro: Portland lo trova alla #25 dopo che ESPN lo aveva previsto in top 10. Bol Bol, figlio del mai dimenticato Manute Bol, precipita addirittura da una possibile lottery alla #44. Nemmeno il tempo di infilarsi il cappellino di Miami in testa che i Nuggets operano una trade per lui. Finisce infine undrafted l’infinito Tacko Fall col suo corpaccione 2 metri e 30; per sua fortuna, i Celtics gli hanno concesso un contratto Exhibit 10.

MVProf

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