Il crollo della cortina d’acciaio

Il flop di Pittsburgh fra liti di spogliatoio e clamorosi errori sul campo

È possibile asserire senza timore di smentita che il 2018 sia stato per i Pittsburgh Steelers un annus horribilis come forse non se ne sono mai visti nella loro lunga e prestigiosa storia. A pochi giorni da un draft 2019 che in qualche modo dovrà andare a incerottare alcune delle lacune della squadra, andiamo a ripercorrere tutti i problemi che, dentro e fuori dal campo, hanno frenato Pittsburgh. L’annata si apre con il cold case relativo a Le’Veon Bell. Già firmatario obtorto collo di un franchise tag nel 2017, il mancato accordo fra lui e la dirigenza porta il running back a sparire dai radar. La lontananza di Bell da OTA e minicamp è scontata; tuttavia, quando Bell non si presenta nemmeno nei giorni che portano a Week 1, appare evidente che il suo non fosse affatto un bluff. Per di più, basti pensare che ogni settimana di assenza comporti la sua rinuncia a più di $850mila dollari di stipendio, ma lui pare preferire restarsene a South Beach fra stripper e jet ski. Nel frattempo, gli Steelers cavalcano James Conner e veleggiano primi in AFC North sul 7-2-1, quando la deadline di Week 10 certifica l’assenza definitiva di Bell per il resto della stagione. Tutti vincitori? Non proprio. I giallo-neri vincono solo due delle successive sei partite e rimangono esclusi dai playoff. Ma com’è potuto succedere?

Analizzare le quattro sconfitte racchiuse nel mese e mezzo di football che è seguito il definitivo goodbye di Bell è un’operazione dolorosa e a tratti quasi sadica. Tuttavia, è altresì necessaria.

  • Week 12: Ben Roethlisberger viene intercettato su 3rd & goal nell’ultimo minuto contro i Denver Broncos.
  • Week 13: I Los Angeles Chargers rimontano da -16 e vincono anche grazie a un rocambolesco touchdown di Keenan Allen in cui cui due DB degli Steelers si scontrano l’uno con l’altro.
  • Week14: il kicker Chris Boswell scivola e di conseguenza si fa bloccare il calcio da 40 yard che con 4 secondi alla fine avrebbe portato all’overtime la partita contro gli Oakland Raiders.
  • Week 16: JuJu Smith-Schuster commette un fumble nella metà campo dei New Orleans Saints nell’ultimo minuto della gara decisiva del 2019.

Al computo andrebbe aggiunto anche il pareggio di Week 1 contro i Cleveland Browns, partita in cui solo il duplice errore dei due kicker dei Browns ha consentito a Pittsburgh di non lasciare l’Ohio con una sconfitta. Proprio nel finale di stagione, inizia anche il meltdown totale di Antonio Brown. Da quando il WR ha deciso di non allenarsi per tutta Week 16, salvo poi tentare di aggregarsi all’ultimo minuto, Brown sembra aver litigato con qualunque persona, animale od oggetto inanimato associato con gli Steelers. Bersaglio principale delle sue critiche è proprio Big Ben, la cui leadership pare essere andata di traverso a AB più di una volta per via della sua tendenza a puntare il dito sugli altri. Dopo una trade piuttosto complicata, anche da Oakland Brown continua a togliersi sassolini dalla scarpa, uno dei quali finisce per colpire chi, come JuJu, gli era sempre stato vicino e lo aveva sostenuto anche dopo l’addio. Che l’aria dello spogliatoio debba essere stata pesante nel corso di tutto l’anno lo conferma anche Jesse James, che appena sbarcato a Detroit afferma che la situazione era così fuori controllo che la squadra sembrava all’interno di un reality show in stile Kardashian.

Con la quasi simultanea partenza di Bell rispetto a quella di Brown, si chiude un capitolo della storia degli Steelers tanto doloroso quanto inaspettato. Sei anni fa, quando si formarono per la prima volta le Killer B’s di Big Ben, Bell e Brown, Pittsburgh sembrava destinata a dominare la lega e vincere diversi Lombardi Trophy. Pensare che il periodo si sia chiuso senza nemmeno un singolo viaggio al Super Bowl è a dir poco incredibile. E non è solo colpa di Tom Brady. Pittsburgh non è certo un grande mercato, ma è di sicuro una piazza di grande tradizione – una sorta di San Antonio Spurs dell’NFL. Come la squadra di Pop è costantemente in positivo nella colonna W/L, così Pittsburgh non ha conosciuto stagioni perdenti dal 2003 a oggi. Ma poi, non appena le rispettive stelle hanno deciso di opporsi alla dirigenza, a questi ultimi non è rimasto che capitolare. Solo che agli Steelers non è rimasto nulla in bacheca per ricordare in maniera tangibile i risultati – spesso esaltanti, ma mai eccellenti – Giovedì, il management del team avrà ben 10 scelte per tentare di rifondare un team ora alla disperata ricerca di forze fresche per il futuro.

MVProf

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